giovedì 11 giugno 2009
BLOGGANDO - LA MODAN SUL TIMES
Siccome sono in vena di Modan, ecco che ho scovato online una interessante raccolta di sue storie pubblicate su The New York Times.
RUTU MODAN - UNKNOW/SCONOSCIUTO
Unknow/Sconosciuto è un fumetto israeliano della brava Rutu Modan che parla della scomparsa di un padre durante un attentato e della sua ricerca da parte del figlio e dell'amante.
C'è chi ha definito lo stile della Modan fotografico, ma io lo definirei più che altro essenziale. D'altronde tutto l'uso che fa degli approcci narrativi è essenziale. Partendo dal disegno, una linea chiara personale e diretta, passando per gli sfondi sempre in secondo piano, per arrivare ad un colore raramente cosi funzionale.
In effetti la prima cosa che mi è saltata all'occhio è proprio l'utilizzo del colore, netto e pulito, per una volta non messo li forzatamente o per contorno, ma per creare uno stacco e per sottolineare su cosa ruotano gli eventi. Si può facilmente notare come i paesaggi che circondano i personaggi siano sempre molto più tenui dei protagonisti stessi e che gli oggetti implicati in un'azione siano sempre più evidenziati rispetto ad altri. Non so se si possa considerare una specie di innovazione, non so se qualcuno lo abbia mai fatto prima, ma per come la vedo io questo espediente aiuta sia l'interpretazione del lettore, sia lo svolgimento della narrazione.
Le tematiche affrontate dall'autrice sono molto forti: la scomparsa di un padre, il rapporto conflittuale padre figlio, gli attentati, gli amori, i rapporti conflittuali e la contrapposizione fra le classi alte e basse giocano un ruolo importante nel tenere inchiodati al libro.
Una storia che quindi vede diversi generi fondersi assieme ed incerti momenti sembra di leggere un romanzo on the road, poi uno d'amore, poi uno di guerra, e poi ancora un giallo.
Sicuramente l'opera sottolinea lo stile di vita e il momento storico di Israele, nazione molto lontana dai nostri usi e costumi. Il punto di forza è che l'autrice mantiene un distacco netto da tutte le situazioni che avvengono usandole solamente come sfondo per l'iter dei personaggi, proprio come usa il colore.
Il finale aperto, infine, potrebbe anche essere l'inizo di una nuova storia.
Rutu Modan
Unknow/Sconosciuto
Brossura, 160 pag. a colori
Coconino Press
2006
C'è chi ha definito lo stile della Modan fotografico, ma io lo definirei più che altro essenziale. D'altronde tutto l'uso che fa degli approcci narrativi è essenziale. Partendo dal disegno, una linea chiara personale e diretta, passando per gli sfondi sempre in secondo piano, per arrivare ad un colore raramente cosi funzionale.
In effetti la prima cosa che mi è saltata all'occhio è proprio l'utilizzo del colore, netto e pulito, per una volta non messo li forzatamente o per contorno, ma per creare uno stacco e per sottolineare su cosa ruotano gli eventi. Si può facilmente notare come i paesaggi che circondano i personaggi siano sempre molto più tenui dei protagonisti stessi e che gli oggetti implicati in un'azione siano sempre più evidenziati rispetto ad altri. Non so se si possa considerare una specie di innovazione, non so se qualcuno lo abbia mai fatto prima, ma per come la vedo io questo espediente aiuta sia l'interpretazione del lettore, sia lo svolgimento della narrazione.
Le tematiche affrontate dall'autrice sono molto forti: la scomparsa di un padre, il rapporto conflittuale padre figlio, gli attentati, gli amori, i rapporti conflittuali e la contrapposizione fra le classi alte e basse giocano un ruolo importante nel tenere inchiodati al libro.
Una storia che quindi vede diversi generi fondersi assieme ed incerti momenti sembra di leggere un romanzo on the road, poi uno d'amore, poi uno di guerra, e poi ancora un giallo.
Sicuramente l'opera sottolinea lo stile di vita e il momento storico di Israele, nazione molto lontana dai nostri usi e costumi. Il punto di forza è che l'autrice mantiene un distacco netto da tutte le situazioni che avvengono usandole solamente come sfondo per l'iter dei personaggi, proprio come usa il colore.
Il finale aperto, infine, potrebbe anche essere l'inizo di una nuova storia.
Rutu Modan
Unknow/Sconosciuto
Brossura, 160 pag. a colori
Coconino Press
2006
lunedì 8 giugno 2009
PAUL HORNSCHEMEIER - MAMMA, TORNA A CASA
Avevo già parlato di questo autore recensendo I tre paradossi.
Mamma, torna a casa è un'opera che precede la sopracitata ed è quella che lo ha fatto conoscere a livello mondiale facendogli vincere diversi premi.
Il libro ci racconta la storia di Thomas, un bambino di sette anni che dopo la perdita della madre si ritrova a dover tenere sotto controllo un padre che, sconvolto dall'accaduto, perde la ragione.
Il mondo onirico nel quale si rifugiano i due ( il bambino mascherandosi e il padre impazzendo) esprime il concetto di rinuncia alla vita; d'altra parte è più comodo ignorare i problemi che affrontarli.
E' comunque da qua che parte la tematica della relazione padre-figlio che rivedremo anche ne I tre paradossi, ed è sempre da qua che si delinea lo stile narrativo ad ampio raggio dell'autore.
Fumetto forte, caratterizzato dalla mancanza di humour e incentrato su un emotività cupa e introspettiva, Mamma, torna a casa è da considerasi l'inizio del pensiero "hornschemeiriano".
Pur traendo ispirazione da opere di autori come Clowes o Ware, l'autore riesce a creare momenti originali e ispiratissimi, creando sequenze e ritmi fra disegni e parole con un'abilità che nessun altro fumettista in circolazione possiede.
Bella la scelta di presentare i capitoli come introduzioni al libro, che si chiude con l'intestazione: “Capitolo uno. Ora siamo liberi”. Come a lasciare una porta aperta alla vita, ad un nuovo corso che permetterà a quel bambino di crescere per poi raccontarci i suoi ricordi.
Grazie alla Tenué per aver tradotto in italiano un fumetto cosi bello.
Paul Hornschemeier
Mamma, torna a casa
Brossura, 144 pag. a colori
16,90 eur0
Tenué
Mamma, torna a casa è un'opera che precede la sopracitata ed è quella che lo ha fatto conoscere a livello mondiale facendogli vincere diversi premi.
Il libro ci racconta la storia di Thomas, un bambino di sette anni che dopo la perdita della madre si ritrova a dover tenere sotto controllo un padre che, sconvolto dall'accaduto, perde la ragione.
Il mondo onirico nel quale si rifugiano i due ( il bambino mascherandosi e il padre impazzendo) esprime il concetto di rinuncia alla vita; d'altra parte è più comodo ignorare i problemi che affrontarli.
E' comunque da qua che parte la tematica della relazione padre-figlio che rivedremo anche ne I tre paradossi, ed è sempre da qua che si delinea lo stile narrativo ad ampio raggio dell'autore.
Fumetto forte, caratterizzato dalla mancanza di humour e incentrato su un emotività cupa e introspettiva, Mamma, torna a casa è da considerasi l'inizio del pensiero "hornschemeiriano".
Pur traendo ispirazione da opere di autori come Clowes o Ware, l'autore riesce a creare momenti originali e ispiratissimi, creando sequenze e ritmi fra disegni e parole con un'abilità che nessun altro fumettista in circolazione possiede.
Bella la scelta di presentare i capitoli come introduzioni al libro, che si chiude con l'intestazione: “Capitolo uno. Ora siamo liberi”. Come a lasciare una porta aperta alla vita, ad un nuovo corso che permetterà a quel bambino di crescere per poi raccontarci i suoi ricordi.
Grazie alla Tenué per aver tradotto in italiano un fumetto cosi bello.
Paul Hornschemeier
Mamma, torna a casa
Brossura, 144 pag. a colori
16,90 eur0
Tenué
JESSICA ABEL - ARTBABE
Artbabe è una serie che viene autoprodotta nel '96 per quattro numeri per poi venire pubblicata per altri cinque dalla Fantagraphics. Il volume italiano raccoglie gli ultimi cinque numeri, quelli della piena maturità espressiva.
Le storie brevi che compongono il libro raccontano di giovani di classe media e dei loro problemi, per lo più di natura sociale e relazionale.
Sinceramente sono rimasto molto colpito dal modo disinvolto e sfaccettato con cui la Abel affronta le proprie storie. La sua capacità più grande consiste nel saper affrontare una narrazione breve esaurendola a dovere, nonostante la verbosità dei suoi testi, e ad elaborare uno schema di vignette assolutamente preciso e sempre funzionale, infondendo alla narrazione un aspetto sempre dinamico e mai statico.
Questi racconti si possono considerare delle vere e proprie lezioni sul fumetto: in ogni storia è applicato un metodo diverso e uno stile particolare. Gli elementi che invece ritornano sempre a sottolineare la bravura e la funzionalità dell'opera sono le pause silenziose, i tagli improvvisi da una scena all'altra e i finali aperti.
Artbabe è uno di quei fumetti che fanno bene al fumetto, che in qualche modo lo rinnovano e che quindi vanno letti.
Jessica Abel
Artbabe
Brossura, 128 pag. in b/n
9,30 euro
Black Velvet Editrice
Le storie brevi che compongono il libro raccontano di giovani di classe media e dei loro problemi, per lo più di natura sociale e relazionale.
Sinceramente sono rimasto molto colpito dal modo disinvolto e sfaccettato con cui la Abel affronta le proprie storie. La sua capacità più grande consiste nel saper affrontare una narrazione breve esaurendola a dovere, nonostante la verbosità dei suoi testi, e ad elaborare uno schema di vignette assolutamente preciso e sempre funzionale, infondendo alla narrazione un aspetto sempre dinamico e mai statico.
Questi racconti si possono considerare delle vere e proprie lezioni sul fumetto: in ogni storia è applicato un metodo diverso e uno stile particolare. Gli elementi che invece ritornano sempre a sottolineare la bravura e la funzionalità dell'opera sono le pause silenziose, i tagli improvvisi da una scena all'altra e i finali aperti.
Artbabe è uno di quei fumetti che fanno bene al fumetto, che in qualche modo lo rinnovano e che quindi vanno letti.
Jessica Abel
Artbabe
Brossura, 128 pag. in b/n
9,30 euro
Black Velvet Editrice
Iscriviti a:
Post (Atom)