"Il cane andaluso irretisce Bardín nel mondo superreale perché, ormai vecchio, gli vuole trasmettere i poteri che ha rubato nel 1929 a Buñuel e Dalí, poteri che dovrebbero far divertire alla follia Bardín."
Da quanto leggo, Max è considerato uno degli innovatori del fumetto spagnolo.
Bene, perché non conosco l'autore in questione e non ho letto nessun altro suo lavoro, ma già dall'incipit virgolettato posso comprendere che questo libro è sicuramente originale.
Il volume è una raccolta di storie brevi che, pur avendo una loro logica continuità, non sono del tutto concatenate.
Leggendolo mi accorgo che Bardín è un bellissimo saggio sulle potenzialità del fumetto: Max usa le storie per esprimere il suo modo di vedere e concepire quest'arte e in un certo qual senso estremizza il testo e il disegno per raggiungere il proprio scopo.
Ampia è la gamma di escamotage usati per i racconti: si passa dalla realtà della città ad un mondo immaginario; si parla di filosofia e di verità di vita; l'autore compare in una storia; i sogni sono un mantra e cosi via.
Il disegno, anche seguendo lo stesso stile (e qui sta il non-limite di Max), compie excursus incredibili riuscendo a variare la forma senza sminuire la sostanza.
C'è, poi, a mio avviso un elemento abbastanza focalizzato e fisso su cui Max si sofferma in modi diversi, ed è quello della religione su cui ragiona in più momenti.
Insomma Max gioca con la fantasia per il bene del fumetto arrivando anche, in un racconto, a far proclamare a Bardín una sorta di "manifesto del fumetto" abbastanza ineccepibile.
Volume sicuramente da prendere in considerazione e avvalorato da una edizione curata come se ne vedono poche.
Max
Bardín il Superrealista
Cartonato con sovracoperta, 80 pag. a colori
16 euro
Black Velvet Edizioni
martedì 14 aprile 2009
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